pesca sportiva

di Marco Corengia

Realizzare mosche artificiali è un’attività complementare alla pesca a mosca. L’obiettivo del costruttore è
quello di imitare insetti e altre piccole creature che compiono il loro ciclo vitale in acqua.
In funzione di ciò, accanto a una certa manualità, si riveleranno utili anche spirito di osservazione e
curiosità per dimensioni, morfologia e colori degli invertebrati che abitano l’ elemento liquido.
Spesso il profano tende a guardare con un certo timore reverenziale misto a inarrivabile ammirazione le
costruzioni che gli amici più esperti sottopongono alla sua attenzione. Non preoccupatevi, nessun segreto,
niente magiche alchimie. Un minimo di abilità manuale e un sufficiente senso delle proporzioni basteranno
per ottenere in breve tempo risultati che, con tutta probabilità, soddisfaranno tanto il nostro gusto estetico
quanto quello dei pesci.
Accanto a questa prima forma di condizionamento, chi è incuriosito da questa attività, a volte si arrende
ancor prima di cominciare, perché incapace di orientarsi in quel variegato e multicolore mondo fatto di
materiali e attrezzi da costruzione che fiorisce nei negozi più forniti.
Anche in questo caso, ogni timore si dimostra infondato. Gli strumenti necessari a realizzare le proprie
imitazioni sono essenzialmente sei.
Il morsetto è sicuramente l’accessorio più importante; ad esso è assegnato il compito di bloccare l’amo sul
quale andremo ad assemblare peli e penne. Sul mercato se ne trova un’infinità di modelli: da alcuni
semplicissimi e funzionali, del valore di una ventina di euro, a quelli derivati dalla più esasperata ricerca
aeronautica. Non preoccupatevi, i primi saranno più che sufficienti.
Il bobinatore è destinato a contenere il rocchetto di filo che utilizzeremo per il montaggio. Ha un costo
molto ridotto.
Le forbici, piccole e precise, non si differenziano da quelle usate per il cucito o l’igiene personale.
Lo spillo di montaggio serve ad estrarre i peluzzi dal corpo dell’artificiale nella fase di rifinitura. Un ago da
materassi svolgerà egregiamente il compito.
Le pinzette per hackles, necessarie per afferrare le piume che avvolgeremo lungo il gambo dell’amo, si
presentano sul mercato in modelli piuttosto diversificati. I più semplici non presentano difetti di sorta;
anche una pinzetta in plastica per circuiti elettrici andrà benissimo.
L’annodatore a molla è indispensabile per eseguire il nodo di chiusura dei nostri artificiali ed ha un costo
anch’esso limitato.
Un discorso a parte meritano i materiali da costruzione. Come accennato, in commercio si può trovare una
grande varietà di prodotti, dalle classiche fibre naturali ai sempre più innovativi elementi di derivazione
sintetica.
Per il costruttore in erba il rischio è quello di perdersi in un labirinto dal quale comincerà a scorgere la via
d’uscita solo quando – una volta assicuratosi i rudimenti del mestiere – si sarà reso conto che la maggior
parte delle proprie imitazioni sarà costituita da pochi elementi.
Gli ami, indispensabili, si differenziano per forma (le più comuni sono a gambo dritto e curvo) e misura. Per
la pesca in fiumi e torrenti un range dal 12 a 20 sarà più che completo.
I filati sono i fili di montaggio per legare i materiali all’amo e le filanche di maggior spessore per realizzare i
corpi. Il costo, fortunatamente, è ridottissimo.
Le piume più utilizzate sono: coda di fagiano, pernice, oca e cul de canard. Vendute in bustine, si
presentano divise per colore. Tra i principali, il nocciola, il verde oliva, il bronzo, il grigio chiaro e scuro e
altre tonalità di fantasia. Il costo si aggira intorno ai due euro per bustina.
I colli di gallo sono gli scalpi dei volatili, ovviamente compresi di piume. Si differenziano per il colore,
naturale o tinto, e per la provenienza. I galli comuni e quelli selezionati geneticamente, così da presentare
piume più adatte alla costruzione di artificiali sono sicuramente l’articolo più costoso, anche se, per iniziare,
possono bastare i tre colori, ginger, blue dun e rosso, dei colli “indiani”, come vengono chiamati quelli di
minor valore. Questi ultimi hanno un costo intorno ai dieci euro, mentre per quelli selezionati si può
arrivare a dieci volte tanto.
I peli più utilizzati sono quelli provenienti da lepre, lama e cervo. Per le tonalità basta far riferimento a
quanto detto per le piume e i colli. Anche i peli, venduti in bustine, hanno un costo contenuto, in linea con
quello del cul de canard.
Fra i sintetici le matassine di polipropilene, antron o filati plastici vanno per la maggiore. Sono economici
come i naturali e di facile reperibilità.
Questa numerosa lista non deve scoraggiare. Il primo suggerimento è quello di rifarsi ai consigli di qualcuno
di fiducia, un amico costruttore o un negoziante esperto e paziente, alla cui attenzione potremo sottoporre
le nostre creazioni per trarne consiglio. L’acquisto di un buon libro di costruzione si rivelerà utilissimo. Un
grande classico come il “Dizionario delle mosche artificiali”, di Piero Lumini, si rivelerà sicuramente utile.
Inportante è muoversi a piccoli passi, sia nelle nostre pretese di realizzazione che nell’acquisto dei
materiali. Una bustina di ami, una di pelo di lepre o lama nei colori nocciola, oliva e grigio, del cul de canard
nelle stesse tonalità e un collo indiano rosso basteranno per iniziare.