Poche settimane fa l’assessore regionale agli Enti Locali, Montagna e Risorse Energetiche, Massimo Sertori ha detto che il deflusso minimo vitale, previsto per tutti i corsi d’acqua, ove esistano derivazioni a scopo idroelettrico, non potrà essere rispettato a causa delle ormai croniche situazioni di siccità.
L’acqua dovrà essere conservata e rilasciata secondo queste priorità: 1) fabbisogno idrico primario (sete); 2) fabbisogno idrico per agricoltura e zootecnia (fame); 3) fabbisogno idrico per produzione d’energia (industria e lavoro); 4) (lo diciamo noi) quel poco che resta è per i pesci e forse, se ce lo consentono, anche per i pescatori. Nella cruda realtà dei fatti non possiamo dare torto all’Assessore, tuttavia andrebbe precisato che il deflusso minimo vitale, così rivisto, andrebbe applicato alle sole derivazioni idroelettriche che prevedono l’accumulo di acqua (dighe) mentre per quelle definite “captazioni” (che interessano la maggior parte del nostro territorio) il ragionamento dell’Assessore non andrebbe applicato.

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